Come da tradizione, gli allievi del Corso appena concluso hanno voluto esprimere il proprio ringraziamento alla Scuola Forense attraverso le parole dei Dott.ri Francesco Colucci e Federica Greco, che hanno rivolto ai presenti un sentito intervento, qui riportato integralmente.
"Buongiorno a tutti, siamo Francesco Colucci e Federica Greco, a noi tocca l’onere – ma direi soprattutto l’onore – di svolgere questi ringraziamenti finali.
Il primo sentito ringraziamento non può che andare al Direttore della Scuola Forense Vittorio Emanuele Orlando, Avv. Prof. Bolognesi, che ci ha permesso e permette col suo sapiente e costante lavoro dietro le quinte, di frequentare questo prestigioso Corso.
Perché sì, la Scuola Forense è per legge obbligatoria, si sa, ma avere la possibilità di svolgerla qui, nella sede della Suprema Corte di Cassazione – dove il diritto puro si interpreta e si applica e dove il diritto vigente diventa diritto vivente– credo soddisfi appieno lo spirito di una Scuola per i praticanti avvocati. Far sì cioè che coloro che si affacciano alla professione forense abbiano gli strumenti non solo pratici, ma anche teorici e sistematici per difendere il valore della Giustizia. La Spada, da una parte, la Bilancia, dall’altra. Un sentito grazie quindi a nome di tutti, Direttore, per averci consentito in questo luogo di imparare, di esercitarci, di confrontarci, di sbagliare e poi migliorare.
Un ringraziamento speciale al Presidente dell’Ordine degli Avvocati, Alessandro Graziani, al Vicepresidente Maria Agnino, al Segretario Alessia Alesii, al Tesoriere Paolo Voltaggio. La Vostra presenza qui ci riempie di orgoglio e responsabilità, ricordandoci l’importanza dell’istituzione e del ruolo dell’Avvocato: o meglio, per usare le parole di Calamandrei nel suo “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, degli Avvocati al plurale, i quali – cito – “debbono esser sempre considerati come «coppia», anche nel senso che questa espressione ha in meccanica: sistema di due forze equivalenti, le quali, operando su linee parallele in direzione opposta, generano il moto, che dà vita al processo, e trova quiete nella giustizia”. Ci piace pensare che questo Vostro atto di investitura di oggi – per cui esprimiamo ancora tutta la nostra gratitudine - sia di buon auspicio per farci diventare un giorno giovani colleghi capaci di indossare con onore la toga.
Desideriamo esprimere a nome di tutti i nostri colleghi, un ringraziamento sincero anche nei confronti della nostra coordinatrice, Eleonora. La ringraziamo per essere stata un punto di riferimento durante questo percorso di formazione… Con grande professionalità e sensibilità è riuscita a gestire un gruppo numeroso e variegato, venendo incontro alle esigenze di tutti, ma al tempo stesso richiamandoci sempre al senso del dovere e alla responsabilità che questa professione richiede. Ha saputo mantenere un equilibrio prezioso tra disponibilità e rigore, accompagnandoci in questo percorso con competenza, pazienza e una costante attenzione verso ciascuno di noi. Forse la frase di Pier Paolo Pasolini – il cui anniversario si commemora in questi giorni - sul “non lasciarsi tentare dai campioni dell’infelicità, dalla serietà ignorante ma al contrario essere allegri e splendere”, meglio rappresenti la sua persona e la sua umanità. A Lei, dunque, va la nostra più sincera gratitudine.
Desideriamo poi soffermarci su un aspetto che riteniamo essenziale: quello umano. Sin dal nostro primo incontro, l’Avv. Prpf. Bolognesi ha ricordato come il fulcro della professione forense non risieda soltanto nella padronanza della tecnica giuridica, ma nella capacità di instaurare relazioni umane, sincere e costruttive ma anche strategiche; elemento che, in una professione come la nostra, fa realmente la differenza… Empatia, ascolto e apertura al confronto sono qualità imprescindibili per l’avvocato, che non è solo un tecnico del diritto, ma un mediatore di giustizia e di umanità. In questi mesi abbiamo avuto l’opportunità di iniziare a mettere in pratica questo insegnamento: condividendo dubbi, idee, difficoltà, ma anche entusiasmo e reciproco sostegno…Frequentare questa Scuola per tre semestri, ha rappresentato non solo un momento formativo, ma un vero e proprio punto di partenza verso l’ingresso, a pieno titolo, nella grande comunità dell’Avvocatura, dove confronto e collaborazione costituiscono valori fondanti. Quell’Avvocatura che - come ricordava il Ministro della Giustizia Giuseppe Zanardelli – “non è solo una professione, ma una istituzione, che si lega con vincoli invisibili a tutto l’organismo politico e sociale”. Con questo spirito desideriamo esprimere un sentito ringraziamento a tutti i nostri compagni di viaggio, colleghi e amici, che con un consiglio, uno scambio di battute o un confronto dopo una simulazione, hanno contribuito ad arricchire profondamente la nostra esperienza, personale e professionale.
Infine un ultimo ringraziamento più generale vogliamo rivolgerlo proprio agli Avvocati che abbiamo avuto modo di conoscere in questa Scuola, così come nella nostra esperienza di pratica forense, che onorano il loro ruolo con autonomia, indipendenza, lealtà, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza”, come recita l’art. 3 della legge sulla professione forense. In particolar modo, a ciò che spesso si dimentica e che è invece è giusto ricordare: al peso della loro solitudine nella difesa e consolazione dei clienti, alla loro solitaria responsabilità, alle loro solitarie ansie, alla loro solitaria delusione per una sconfitta e alla pur sempre solitaria commozione per un fugace successo.
Speriamo nel nostro piccolo anche noi - un giorno - di esserne all’altezza.
Grazie" |
(Greco, Colucci)
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